Alla fine del XVIII secolo il walzer diventa popolare nei salotti e nei balli di corte, specialmente a Vienna e, all’epoca di Ponchielli, è ormai largamente diffuso in tutta Europa. La struttura musicale della composizione, ormai stabilizzata, presenta un’introduzione seguita da una successione di cinque episodi di danza, ciascuno dei quali al suo interno bipartito, e una coda.
Proprio per questa sua articolazione, più ricca rispetto ad altri ballabili, Ponchielli dedica a questo genere musicale un maggior impegno compositivo dal punto di vista melodico, armonico e formale.
Follie di donna, la cui composizione termina nel gennaio del 1866, è il primo walzer cremonese di Ponchielli. Il brano, che ricalca la forma consolidata, si apre con un’introduzione in 6/8, nella tonalità di Si♭; seguono, all’insegna della leggerezza e della leggiadria, i cinque valzer in ¾: il primo e il secondo sono in Si♭, i tre successivi in Mi♭. Solo l’inizio del quarto walzer è annunciato, per quattro battute, dagli squilli degli ottoni. La coda finale inizia con una sezione modulante che riporta alla tonalità di Si♭e alla ripresa dei primi due walzer.
L’op. 122, quando eseguita, veniva posta sempre a conclusione del programma dei concerti della Banda di Cremona e non vi è alcun dubbio che la gente ballasse sulle sue note.
Centro Studi Amilcare Ponchielli
Giuseppe Riccucci
Follie di donna Op. 122 - Versione storica
Follie di donna Op. 122 - Versione sinfonica
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